Moda e Letteratura: il caso Etro. pt2

Eccoci finalmente con il secondo appuntamento dedicato a “Moda e Letteratura: il caso Etro”. In questa seconda parte parleremo della collezione nei singoli capi e nello stile generale, per analizzarla e per capire ancora più a fondo le connessioni che Etro e Adelphi hanno voluto sottolineare. A questo proposito vi introduco subito le ospiti di questo articolo: Rebecca Restante e Giusy Ronchi hanno partecipato all’articolo creando due paragrafi dedicati proprio a due titoli della Piccola Biblioteca Adelphi che mostrano diverse correlazioni con la collezione di Kean Etro. Trovate come sempre le loro bio in fondo alla pagina.

Direi di iniziare e di non perderci in chiacchiere! Le cose da dire sono molte e il tempo per leggere sempre poco.

La collezione Uomo per l’Autunno Inverno 22/23 è stata presentata durante la scorsa Milano Fashion Week con una sfilata che ha convinto la stampa e il pubblico. Per l’occasione il classico paisley Etro è stato rivisitato in chiave contemporanea e accattivante ed è stato presentato sui capi della collezione. Il focus è stata sicuramente la maglieria che si è fatta portavoce di varie figure legate al messaggio di base della collezione. Per l’Autunno Inverno 22/23 Etro parla a giovani uomini disorientati. L’effetto ottico dello stile fa pensare ad un’estetica borghese decaduta in cui questi ragazzi non credono più. indossano i loro completi oversize con la stessa noncuranza con cui indosserebbero una tuta comoda e usurata. Forse portano addosso le loro storie, o quelle che hanno letto sui libri che riescono a vivere solo mentre annusano l’odore delle pagine. il tutto è pervaso non da un malinconico romanticismo ma da un’esortazione alla gioia, parola impressa anche nelle fodere degli abiti. Quella di Etro è quindi una reazione energica all’oggi. Tra le figure che emergono dai capi c’è sicuramente il lupo, specie che Etro si impegna a proteggere insieme a WWF dal 2020, che va a decorare la maglieria morbida e oversize in stampe tipicamente invernali o sulla felpa come figura centrale. Tutto è morbido, gentile, avvolgente, rilassato, disinvolto ma anche deciso. E’ come se in questa collezione anche Etro volesse narrare la sua storia semplificando al massimo l’offerta dei capi (e includendo solo i più confortevoli) ripartendo dalle origini, dalle icone. E’ così che rende protagonisti per l’Autunno Inverno 22/23 il nuovo paisley, velluti, vestaglie, caftani, camicie di seta arricchiti dalle fasce da smoking che diventano in maglieria, una versione più giocosa e contemporanea con il dettaglio della zip.

C’è un mix tra tradizione e ribellione nel lettore di Etro che non si lascia mai, a sua volta, leggere dentro davvero.


“Eppure era questo che era necessario trovare: scoprire la fonte originaria nel proprio Se, e impadronirsene! Ogni altra cosa era ricerca, errore e deviazione. Tali erano i pensieri di Siddharta, questa era la sua sete, il suo tormento.”


Come squarciare il velo di Maya: il parallelismo tra la collezione Etro e La vita è sogno

Kean Etro con la nuova collezione uomo si rivolge alla generazione Z, confusa dalla luce ingannevole degli smartphone e desiderosa di evasione e di libertà, invitandola a volgere la sua attenzione verso la luminosità della conoscenza. Rinascita e contatto sensoriale con il mondo sono i principi identitari della FW Etro 22/23.

Un concetto che sembra ripreso dall’opera teatrale La vita è sogno (1635) di Pedro Calderón de La Barca. Infatti ritroviamo l’edizione Adelphi del dramma tra le prime foto della collezione, in primo piano accanto all’invito.

La storia è ambientata in Polonia, altra analogia con il viaggio nordico che lo stilista vuole proporci, e narra le sorti del Principe Sigismondo. Quest’ultimo venne segregato dal padre Basilio, per il timore che diventasse un governatore tiranno, come aveva predetto l’oracolo. Tuttavia un giorno Basilio decise di metterlo alla prova e quindi lo narcotizzò, lo condusse alla Corte e lo trattò come un sovrano. Sigismondo venne a conoscenza della verità e non riconoscendo più il confine tra la realtà e la menzogna, fu sopraffatto dallo scetticismo. Infine però si dimostrò un buon principe, adeguato e prudente.

Per il protagonista l’esistenza è sogno, caratterizzata quindi da illusorietà, fugacità del tempo, vanità delle cose terrene. Il non poter distinguere la realtà dalla finzione lo rende folle:

“¿Qué es la vida? Un frenesí./ ¿Qué es la vida? Una ilusión,/ una sombra, una ficción,/ y el mayor bien es pequeño:/ que toda la vida es sueño,/ y los sueños, sueños son.”

Kean Etro tenta di proporre una soluzione al delirio, ossia l’esplorazione di nuovi orizzonti che portano alla conoscenza: 

“Si avverte un nuovo ordine mentale, nitido come la luce di gennaio. Il viaggio, che sia di conoscenza o di avventura, richiede una mappa e la mappa richiede chiarezza, che non riguarda l’essere schematici, bensì l’essere lucidi”

L’estetica del bello e la passione per la letteratura si uniscono in una ricerca spirituale ed esperienziale. Ricordano all’uomo il libero arbitrio, per contrastare l’immobilismo culturale. Si rivolgono ai sognatori e ai ribelli.

La ricerca della conoscenza: Etro e Siddharta

Non a caso l’edizione Adelphi è anche la casa del libro Siddharta, scritto da Hermann Hesse nel 1922. Questo romanzo ruota sulla ricerca del senso della vita, che completi l’anima dell’uomo, trovando pace e beatitudine interiore. Il protagonista, Siddharta, cerca qualcosa che sembra essere fuori, ma che invece scoprirà aver dentro.

Abbandona la dimora paterna e diventerà eremita, mercante, amante, barcaiolo e padre. Per trovare la conoscenza accompagna il lettore alla rinascita con monologhi interiori, visitando bellezze naturali dell’India, come il Gange, le foreste, i ruscelli e la flora. Nonostante la tranquillità esterna, Siddharta è inquieto e non riesce a placare la sua voglia di sapere, la sua eterna ricerca della completezza dello spirito nel totale ascetismo mistico. I segreti eremiti della concentrazione, del digiuno e della pazienza, Buddha, l’amore e la paternità, non soddisfano e frenano Siddharta. Pertanto, decide di ripartire solo, analizzando il suo spirito e la sua anima, desiderando anche la morte. Solo nelle acque di un fiume troverà il suo vero Io e comprenderà che la vera pace non è da cercare, ma risiede in sé stessi e nell’amore del mondo per come esso è realmente.

Il lettore compie un percorso spirituale e fisico che conduce alla propria interiorità, ed è proprio ciò che Etro vuole rappresentare con la sua ultima collezione.

“La saggezza non si può comunicare. La scienza si può trasmettere, ma la saggezza no. Puoi trovare la saggezza, viverla, si possono fare cose miracolose con essa, tuttavia non è possibile spiegarla e insegnarla.”

I contenuti fotografici che trovate nell’articolo (fatta eccezione per quelli relativi alla sfilata) sono stati scattati presso la Biblioteca Comunale di Vicovaro. La biblioteca rappresenta un luogo sicuro e prezioso per i giovani studenti di un piccolo paese di provincia ed è spesso anche uno dei pochi luoghi di cultura di cui tutti possono fruire. La biblioteca di Vicovaro è attualmente chiusa al pubblico, dopo una ristrutturazione dovrebbe tornare di nuovo agibile e proprio a questo proposito abbiamo voluto coinvolgere la struttura nel progetto. Sperando di poter tornare presto a leggere e studiare in biblioteca, abbiamo scattato qualche foto che raccontasse ancora meglio l’anima di questa collaborazione con Rebecca e Giusy. Grazie a Mila, bibliotecaria gentilissima che ci ha aiutato ad allestire gli spazi e ci ha fornito i testi necessari.

Mi chiamo Rebecca e sono in cerca della mia manifestazione tramite la letteratura.
Studio Lettere Moderne all’università Sapienza di Roma. Collaboro da anni con i blog Montagnadilibri e Storie sepolte, occasionalmente con il magazine online Lo Spazio Bianco. Nell’ultimo periodo ho avuto la possibilità di aprire una piccola rubrica sulla rivista cartacea e digitale Read il Magazine.
Sono attiva a livello locale con l’associazione Despina. Costruiamo luoghi di scambio e dibattito culturale, in un paesino di periferia.

Montagnadilibri è l’Alter Ego di Giusy Ronchi, una giovane lettrice, insegnante e musicista.
Per hobby nel maggio 2015 apre un profilo Instagram e comincia a scrivere recensioni di libri, al fine di comunicare le emozioni che le letture le suscitano. Inizia con i classici fino a prediligere le principali novità proposte delle case editrici e da autori emergenti, promuovendo ciò che realmente permea e muove la società italiana.
Pian piano le sue recensioni hanno raggiunto quasi 18k followers su Instagram.

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