Questo è un articolo abbastanza diverso da quelli che di solito propongo qui su Soup. ma per onorare il nome di questo blog mi piace farmi coinvolgere dalle diverse connessioni che la moda può creare. In particolare in questo caso parliamo di un incontro con la letteratura fortemente cercato da Etro. Il brand, in occasione della presentazione la collezione Autunno Inverno 22/23 durante la scorsa edizione di Moda Uomo a Milano, ha voluto attribuire parte dell’identità stilistica della collezione al fascino indiscusso dei libri attraverso una partnership con la Piccola Biblioteca Adelphi. Gli uomini di Etro in questo caso sono school boys, rompono le convenzioni e scelgono una vita trascinata dalle emozioni che iniziano, finiscono e mutano proprio come succede durante un romanzo. Si fonde quindi il ruolo del lettore con quello del protagonista in una storia tormentata come quella di ogni giovane di oggi, solo in un mondo pieno. La collezione ha visto una rivisitazione dell’iconico paisley Etro che è stato ripensato per la stagione Autunno Inverno 22/23 non solo per i capi ma anche per le copertine dei libri che il brand ha inviato ai guest come invito allo show.

Un invito appunto quello di Etro ad entrare in questo mondo in cui letteratura e moda si inoltrano insieme in un viaggio emotivo. Parleremo a fondo della sfilata e della collezione ma ci tenevo prima a leggere il lato sia sociologico che letterario della collaborazione.
Proprio per questo ho deciso di coinvolgere in questo articolo Rebecca (di cui potete leggere a fondo pagina la bio) che di libri e di letteratura ne sa molto più di me. Rebecca ha preparato una ricostruzione di questa collaborazione ripercorrendo anche la storia di Adelphi. Ci saranno due appuntamenti, il primo informativo ed esplicativo, il secondo più personale e critico e cattivello come piace a voi XD. Tutto il progetto nasce in collaborazione con @montagnadilibri, un blog social presente su Instagram e Facebook che collaborerà alla stesura della seconda parte dell’articolo.
Non mi dilungo oltre, vi lascio direttamente alla lettura della ricostruzione di Rebecca che sono sicura vi piacerà!
Ex Libris: la collaborazione con la Piccola Biblioteca Adelphi
La collezione moda uomo Autunno Inverno 2022-2023 di Kean Etro è stata intitolata Ex Libris. Questa espressione latina può essere tradotta con la formula “libro di proprietà di”. Infatti, in passato, l’etichetta si applicava sulla copertina o sul frontespizio di un libro per indicarne il proprietario, di cui riportava il nome. Poteva trattarsi di un contrassegno in cuoio, di un cartellino in carta o in pergamena, di un sigillo in ceralacca o di un semplice timbro ad inchiostro; solitamente decorato con un motto, uno stemma o una rappresentazione grafica. Insomma qualcosa di identificativo, come si nota anche dall’invito alla sfilata, che presenta un Ex Libris su un talloncino cartaceo, ornato del motivo floreale più utilizzato nella collezione, a mo’ di stemma.
Inoltre l’Ex Libris[1] veniva apposto nella seconda pagina di copertina dei volumi catalogati in una biblioteca privata. Concetto che sembra essere alla base dell’invito di Etro, poiché al suo interno è contenuto un volume tascabile della collana Piccola biblioteca Adelphi.

Un titolo diverso per ciascuna persona, in questo consiste l’omaggio ai partecipanti, nonché la collaborazione tra il brand e la casa editrice Adelphi. Entrambe realtà italiane, precisamente milanesi. Difatti l’Adelphi venne fondata a Milano nel giugno del 1962 da Luciano Foà e Roberto Olivetti. Cosa bisogna sapere a proposito?
“L’Adelphi edizioni s.p.a. – che viene ad affiancarsi, con il suo programma letterario e saggistico alla consorella Edizioni di Comunità – si è costituita a Milano nel 1962.”
Così riportava il primo pieghevole del 1963[2]. Se Milano è la città di fondazione, furono però Torino e Ivrea ad offrire le prime risorse finanziarie e organizzative. Infatti, dal 1958, il collaboratore Giorgio Colli curava una collana di libri, intitolata Enciclopedia di autori classici, che confluì nell’idea della prima collana Adelphi, comprendente La vita e le avventure di Robinson Crusoe di Defoe, tradotta da Lodovico Terzi, le opere di Büchner, a cura di Giorgio Dolfini, Fede e Bellezza di Niccolò Tommaseo, a cura di Aldo Borlenghi e tutte le novelle di Gottfried Keller, in due volumi, con traduzioni di Pocar, Mazzucchetti, Ruschena e prefazione di Elena Croce.
In questo progetto apparvero alcune delle linee essenziali che caratterizzarono il primo ventennio della casa editrice, ossia la volontà di aprire un dibattito innovativo sui classici, la necessità di non appesantire le opere con commenti e introduzioni, senza però rinunciare al rigore filologico, e l’intenzione di includere opere scientifiche e religiose, anche orientali. Tuttavia la prima collana venne chiusa nel 1965 per insuccesso di pubblico.
I bilanci della casa editrice restarono precari per un decennio, tantopiù che nel 1964 Roberto Olivetti fu costretto a interrompere i finanziamenti, a causa di una grave crisi. Subentrarono poi degli industriali, che permisero ai fondatori di portare avanti il loro progetto iniziale: la casa editrice doveva essere “di catalogo”, i libri dovevano nascere dall’esperienza e la produzione libraria non doveva piegarsi ai voleri commerciali, ma creare una nicchia, sempre più consistente, di lettori affini. Ciò comportava ovviamente un decollo lento e una programmazione annuale di impegni finanziari.
Nel 1965 nacque la collana Biblioteca Adelphi che delineò la proposta culturale fino agli anni Ottanta, presentando autori novecenteschi, avanguardisti, francesi e tedeschi, fino ad allora trascurati dall’editoria italiana, così come autori di testi religiosi e non, orientali. I primi titoli furono L’altra parte di Alfred Kubin, Padre e figlio di Edmund Gosse, Manoscritto trovato a Saragozza di Potocki e Al paese dei Tarahumara di Antonin Artaud. La veste grafica delle copertine, affidata a Enzo Mari, venne suggerita da Michele Ranchetti, il quale indicò lo schema grafico di Aubrey Beardsley, incisore e illustratore inglese dell’Ottocento.
Sul finire del 1965 Carlo Frassinelli cedette all’Adelphi la sua casa editrice e l’intero catalogo, contenente un centinaio di titoli, tra cui alcune opere di Hesse, Joyce, Kafka e Melville.
In seguito Roberto Calasso assunse la guida della casa editrice, diventandone direttore editoriale nel 1971, consigliere delegato nel 1990 e presidente nel 1999. Inoltre nel 2015 venne annunciato che avrebbe esercitato un’opzione di riacquisto del 58% dell’Adelphi, quando il Gruppo RCS, vecchia proprietaria al 48%, vendette la divisione libri alla Mondadori; così diventò azionista del 71% del capitale e i soci di minoranza furono Francesco Pellizzi e Elisabetta Zevi.
L’editore, recentemente deceduto il 28 luglio 2021, tradusse e introdusse Il racconto del pellegrino di Ignazio di Loyola (1966), Ecce homo di Nietzsche (1969), Detti e contraddetti di Karl Kraus (1972) e Gli Aforismi di Zürau di Franz Kafka (2004), tra i vari lavori Adelphi che lo resero celebre.
Diverse linee ideologiche ricorrono anche nella collezione Etro, rendendo chiara la scelta della detta casa editrice per una collaborazione. Riecheggiano i tratti orientaleggianti, la volontà di distinguersi promuovendo prodotti originali e il concetto centrale di viaggio intellettuale ed esperienziale. A tal proposito Kean Etro dichiara:
“Questa sfilata è stata annunciata da un plotone di piccoli volumi. Tutti diversi ma parte di una Piccola Biblioteca (Adelphi), quindi uniti da un filo sottile, presente e pressante. Tomi che invitano a un viaggio di sapere, emozioni, conoscenza.” e continua “Come si poteva percepire dall’invito e dalla collaborazione con la casa editrice Adelphi Edizioni, la nostra visione questa volta si sposta su un viaggio di tipo culturale. Se fosse un libro, sarebbe 101 storie zen di Nyogen Senzaki e Paul Reps perché con questa sfilata ho voluto raccontare storie di vita tortuose.”
Curiosità
- Adelphi è una parola greca (ἀδελφοί) che significa “fratelli, sodali” ed esprime la comunanza d’intenti tra i soci fondatori. Il termine venne scelto a casa di Roberto Olivetti, in una riunione tra amici.
- Il logo di Adelphi è un pittogramma cinese, conosciuto come “pittogramma della luna nuova”. Vi appaiono due figure umane, sottili, una con la testa all’insù e l’altra con la testa in giù, che si levano sopra una falce di luna nuova. Noto fin dal 1000 a.C., compare sui bronzi della dinastia Shang e significa “morte e rinascita”. Il marchio fu scelto nel momento in cui Claudio Rugafiori portò ai fondatori il libro Tod, Auferstehung, Weltordnung di Carl Hentze, dove erano riportati numerosi ideogrammi dell’antica Cina.
- La collana Piccola biblioteca Adelphi fu fondata nel 1973 con Il pellegrinaggio in Oriente di Hermann Hesse. Da allora sono usciti circa quindici titoli l’anno, contando 763 titoli nel 2021.
- Fino al 15 febbraio 2022 sarà attiva l’offerta Occhio al tuo libro, che vede il 20% di sconto su tutto il catalogo Adelphi (escluse le novità pubblicate nell’ultimo semestre).
[1] Consigli di approfondimento: https://www.francescadimanuele.com/larte-degli-ex-libris/ e https://libri.icrewplay.com/ex-libris-le-etichette-di-una-volta/ (nonché fonti bibliografiche)
[2] Fonte: https://www.doppiozero.com/materiali/luciano-foa-e-la-nascita-delladelphi (invito alla lettura per saperne di più sulla nascita della casa editrice Adelphi)
Presto arriverà il secondo appuntamento di questo articolo in cui analizzeremo la collezione e due titoli Adelphi insieme a Rebecca e Giusy di @montagnadilibri.

Mi chiamo Rebecca e sono in cerca della mia manifestazione tramite la letteratura.
Studio Lettere Moderne all’università Sapienza di Roma. Collaboro da anni con i blog Montagnadilibri e Storie sepolte, occasionalmente con il magazine online Lo Spazio Bianco. Nell’ultimo periodo ho avuto la possibilità di aprire una piccola rubrica sulla rivista cartacea e digitale Read il Magazine.
Sono attiva a livello locale con l’associazione Despina. Costruiamo luoghi di scambio e dibattito culturale, in un paesino di periferia.
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