Non so se a voi piace vedere le sfilate e seguire show, presentazioni o in generale scoprire le collezioni dei brand. Per me è davvero il momento più bello dell’anno. Ho iniziato a frequentare le fashion week nel 2015 e nonostante lo stress e i ritmi disumani rimangono la parte del mio lavoro che più preferisco. E si, ovviamente seguo anche la moda maschile. Devo dire anche che oramai questa distinzione non ha più senso e ce lo ha dimostrato anche questa MFW Fall Winter 22/23 perché moltissime collezioni hanno proposto capi senza gender o, anche se destinati all’uomo, con tipici tagli riservati da sempre al guardaroba femminile. Ve ne parlerò dettagliatamente, ho scelto alcuni brand che mi hanno colpito particolarmente e di cui penso ci sia molto da dire. In generale è stata secondo me una delle fashion week milanesi più estrose degli ultimi anni e questo è davvero incoraggiante: che sia il gender o la voglia assoluta di novità e di nuovi mondi da esplorare (visto che il nostro ora fa schifo) a spingere i designer verso un vero cambiamento per il sistema moda a me va bene lo stesso. Ci sono tante guerre che la moda ha combattuto e di cui si può fare portavoce. Anche stavolta potrebbe essere la chiave per fare quel famoso passo avanti. Oppure no, ma almeno abbiamo visto di nuovo la creatività tornare timidamente. Ultima cosa: quì troverete anche due parole su alcuni emergenti o brand che non fanno parte dell’Olimpo delle Fashion Week perché, almeno per Milano che per contatti diretti me lo permette, voglio darvi la possibilità di scoprire il mondo fashion vero, quello che cresce ogni giorno grazie a giovani creativi coraggiosi.
Federico Cina
Volumi oversize e vestibilità rilassate vanno a trasformare l’estetica del dancing dalle balere alle discoteche. Una cultura sfidata dai nostri tempi in cui musica e ballo sembrano essere i nuovi demoni. Incredibilmente confortevole all’occhio la morbidezza del denim così come quella di camicie e giacche oversize. Un’atmosfera realistica che si riversa su un guardaroba flessibile come dovrebbe essere qualsiasi collezione pensata per questi tempi. Le maxi sciarpe sono l’accessorio più plausibile, un incontro perfetto tra il gioco delle lunghezze esagerate e il trasformismo di un oggetto utile e che “protegge”. Che sia un indumento o un accessorio, la moda di Federico Cina diventa strumento di protezione dal piattume di uno stile condizionato negativamente dalla società più ferma che abbiamo mai potuto sperimentare. Il mio voto SI va a tutto ma in particolare alla maglieria che mi ha stupito nei colori, nelle forme e nella ricerca.







Fendi
In un setting suggestivo che fa del monogramma l’elemento di focus, Fendi ha presentato una collezione Autunno Inverno che è sembrata per gran parte rilassata e ordinaria, con uno stile rilassato ed elegante che lasciava credere che nulla di particolarmente insolito potesse accadere. La verità è che c’erano già elementi negli outfit che lasciavano sperare nell’effetto sorpresa. Parlo soprattutto della maglieria cut-out che è stata purtroppo sempre riservata a quello che viene definito non so da chi “guardaroba femminile”. Fendi l’ha portata dal lato man dell’armadio e io urlerei di gioia per la sensualità elegante di un cut out frontale o di un completo in maglia indossato da un uomo. Evviva. Però ho dovuto mio malgrado notare che tutto lo stupore si è diretto invece che su questi piccoli elementi o sul completo con giacca cropped, su quelle giacche con lo scollo a barchetta (lo chiamo impropriamente così per definirlo) e con la spilla con il fiore. Io li avrei tagliati dalle uscite. Bannati. Riportati indietro e ristudiati per avere una migliore resa su tessuto, taglio e vestibilità finale. Lo so, è un’affermazione assurda ma a me sembrano tutto meno che qualcosa di cui essere estasiati/e. O meglio, si può essere estasiat* dal progetto, dall’ispirazione, dalla volontà di rompere completamente la linea di genere donando una delicata e raffinata nuova eleganza all’uomo. Ma secondo me andava tutto studiato meglio. Se fossero usciti fuori come il completo con la giacca cropped non avrei dovuto parlarne male. That’s it.






JWAnderson
Guardaroba condiviso che comprende solo abiti da serata, e se la festa non è permessa si può sempre sperare che l’energia e l’euforia continuino ad essere un movimento culturale. Qualsiasi indumento deve essere ripensato e reinventato per una vita che cambia e con lei ogni elemento che ne fa parte. Brandelli di tessuto e parti di capi scomposti diventano qualcosa di nuovo ma a stupire è, come sempre quando si parla di JW Anderson, la creatività nelle forme, nelle costruzioni e nei volumi che stavolta accolgono il cerchio come elemento stilistico che rende gli abiti fluttuanti e strutturati. E’ tutto molto estremo nel senso energico del termine.



Prada
Ha fatto parlato di s soprattutto per la scelta di far sfilare due icone del cinema ma la collezione di Prada per l’Autunno Inverno 22/23 è molto di più. E’ reinventare i capispalla maschili in una nuova formula che ammette elementi in pelliccia e volumi che cambiano e che accolgono una nuova silhouette. C’è contemporaneità e risposta alle esigenze attuali con tute da lavoro che diventano capi trendy. La maglieria è spessa e ha una struttura definita che modifica il corpo puntando l’attenzione sulle spalle. Per alcuni versi la silhouette cercata da Prada mi ha fatto fin troppo pensare a Balenciaga e mi è sembrata poco originale rispetto ad altre. Orecchini grandi e con l’iconico robot Prada ridefiniscono il range degli accessori maschili. In generale una collezione Autunno Inverno 22/23 di spessore e da guardare e riguardare. E ci tengo a dire che se lo dico io di Prada vuol dire che è veramente ben fatta!!



Dolce&Gabbana
Snobbata come al solito da puristi della moda che conoscono solo l’estetica della sciura classista, la collezione Autunno Inverno 22/23 di Dolce e Gabbana riservata all’uomo a me è piaciuta. Cercherò di spiegarvi i motivi semplicemente parlandovi degli elementi che mi hanno convinto per motivi piuttosto ovvi visto il mio background. Gli show di Dolce&Gabbana sono sempre super attesi perchè eccessivi ma devo dire che non ho molto apprezzato le ultime collezioni. Questa invece ha tutti i requisiti per essere talmente rozza da farmi diventare un emoji con gli occhi a cuoricino. Graffiti, streetwear anni ’80 e musica (quella di Machine Gun Kelly in particolare) si uniscono e riportano in trend quella vestibilità molto rilassata dei ragazzi poco raccomandabili. E allora forse è veramente il caso di dirlo con soddisfazione: meno cravattari e più bad guys per strada. Perché se è vero che l’abito non fa il monaco i secondi saranno per il nostro futuro della moda e non solo quelli che salveranno il c**o ai secondi che però se ne prenderanno i meriti. Gio Pastore ha contribuito a creare le stampe all-over che arricchiscono i capi e che ci portano diretti ad ammirare la potenza comunicativa dei graffiti, espressione artistica giovanile che ha cambiato per sempre l’ambiente urbano. Parliamo di capi: bomber oversize enormi, ecopellicce accompagnate anche solo dall’intimo, accessori e capi ispirati al mondo dello sci. Tute, t-shirt e capispalla rimandano ad un moda Hip-Hop agli albori mixata ad un mood Zoolander per alcuni completi e capi metallici. Il logo comanda e copre gli occhi quando applicato su maschere da sci o occhiali da sole. C’è tanto black & white ma esplodono anche i colori in versioni metalliche o sature aiutati dalla location che esprime tutta la vivacità della collezione. L’Autunno Inverno 22/23 di Dolce & Gabbana guarda ad un mondo giovanissimo e senza bon ton in cui anche l’eleganza è urlata e senza limiti di decenza. Vorrei uno di quei maxi puffer adesso, grazie!





Dhruv Kapoor
Eccoci ad un nome che secondo me non conoscete (se invece sapete chi è scrivetemi perchè saremo best friends forever) ma che a mio parere promette non benissimo, di più. La collezione Autunno Inverno destinata all’uomo è stata presentata attraverso un video sulla piattaforma CNMI. Vi dico subito che ci ho visto chiari rimandi a Marine Serre e questo ha influito sul mio giudizio positivo ma a giocare il ruolo decisivo sono stati i tagli decisamente semplici, capi più audaci ci sono ma fanno parte di un’ondata già avviata da altri e alla quale i nostri occhi sono già abituati. Quindi cosa c’è di speciale? Il segreto amiche e amici è farle bene le cose. Si passa dai capi sportivi super aderenti alle vestibilità oversize ma tutto è essenziale nelle forme, a fare la differenza sono le stampe all-over accostate come se fossero la cosa più cool che abbiate mai visto. Io adoro.






MSGM
La sfilata impossibile da fare a causa della positività al Covid di diversi membri del team non ha fermato MSGM che ha presentato tramite un video riuscitissimo la collezione Autunno Inverno 22/23. La prima cosa che mi è piaciuta della collezione è la presenza importante di outfit coordinati, una scelta stilistica molto in linea non solo con i trend ma con le esigenze attuali che vedono nel coordinato una semplificazione dell’abbinamento, una soluzione cool e veloce. La seconda cosa notevole è l’ispirazione e la connessione diretta con Gaetano Pesce che ha effettivamente dato una forte spinta alla collezione. I colori sono pazzeschi e risentono ovviamente dell’ispirazione. Accessori, boxer a vista e accostamenti fanno la differenza in un’esplosione di energia e di consapevolezza stilistica.







KB Hong
Parliamo adesso di sartorialità ed eleganza che arriva direttamente dalla Cina. KB Hong è stato l’unico brand cinese a presentare la collezione Autunno Inverno 22/23 per l’uomo a Milano ed ovviamente il brand era piuttosto atteso. A completi classici ,resi unici dal taglio e dalla scelta dei tessuti metallici, sono stati accostate vestibilità più morbide soprattutto per quanto riguarda i pantaloni che trovano espressioni anche più sportive adatte al tempo libero. Ci troviamo davanti ad una collezione piuttosto sofisticata che sembra quasi estemporanea per alcuni versi ma che ci riporta alla contemporaneità attraverso accenni di rilassatezza comunque composta. L’accostamento più interessante è quello felpa+pantalone morbido che accoglie un’eleganza vintage.



Spyder
Concluderei mostrandovi alcuni outfit della collezione Autunno Inverno 22/23 di Spyder. La collezione è molto sporty e rompe i confini tra sportswear e casualwear onorando il nome che le è stato dato: “Coexistence”. Le vestibilità sono quasi tutte oversize fatta eccezione per i leggings colorati ma ci sono capi degni di nota. La palette è piuttosto energica e punta ad alzare l’entusiasmo, a donare vitalità. Il pantalone quilted che ricorda un puffer è sicuramente il pezzo che preferisco e mi è davvero piaciuto abbinato alle felpe in ecopelliccia. Completano tutto le tracksuit d’ispirazione vintage con interessanti accostamenti cromatici.


