Sto scrivendo mentre fuori piove e il tempo mi fa schifo e mi è venuto in mente come ho appreso la notizia di cui sto per parlarvi. Ieri ero alla GFNK, la scuola di danza che frequento da sempre e stavo curando il temporary shop di ReStyled by G (trovate nel menu principale la pagina dedicata alla vetrina del brand in cui potete vedere tutti i prodotti disponibili e seguirci sui social): Sinceramente non vedevo l’ora che iniziasse la lezione di yoga per dire bye bye aa questi ultimi pessimi giorni che mi hanno tolto anche un po’ l’ispirazione per scrivere. Ho sentito dal telefono il suono di una mail, ho aperto e c’era scritto in cima alla lista: BREAKING NEWS- Daniel Lee lascia Bottega Veneta. Non posso mettervi le emoji perché scrivo dal laptop ma la mia faccia era un mix tra quella stupita e quella con le stelle sugli occhi. Anche i pensieri sono stati due:
- noooooo ma comeeeeeee
- che bello finally una notizia di cui parlare
Tralasciando il mio bipolarismo evidente di cui eviterei di parlare su questi schermi XD vorrei concentrarmi da subito sulla notizia e su quello che significa per il brand, per il gruppo Kering, per Daniel Lee e per noi che guardiamo inermi. Ma prima vi premetto che questa notizia mi ha smosso anche altre idee nel cervello che si era spento e che quindi presto arriverà un altro articolo che vi spiegherà alcune cose citate qui non riguardo Bottega Veneta e l’avvenimento specifico ma riguardo alcune dinamiche e le figure coinvolte. Non c’avete capito una zucchina lo so, sto sul vago per non spoilerare perché nel meraviglioso mondo dell’internet succede che dici una cosa e te la fregano in mezzo secondo prima che tu abbia anche solo iniziato a ragiornarci.
Lasciamoci alle spalle le polemichette sempre in trend e partiamo con la notizia in sé per sé.
Daniel Lee non è più il Direttore Creativo di Bottega Veneta.
Chi è Daniel Lee?
Stilista britannico classe ’86 che nel 2019 arriva a coprire il ruolo di Direttore Creativo del brand luxury italiano (francese di adozione ormai) Bottega Veneta sostituendo Tomas Maier che stava lì sulla sua bella da sol 17 anni. Prima succede questo: studia al Central Saint Martins College of Art and Design di Londra e poi inizia a lavorare alla grande da Maison Margiela, Balenciaga e Donna Karan. Nel 2012 entra in Céline, maison che gli permetterà di coprire il ruolo di design director della linea ready-to-wear a braccetto con Phoebe Philo. Nonostante ‘sta meraviglia di CV praticamente lo conoscevano in dieci poveri appassionati.

Che è Bottega Veneta?
Azienda italiana nel settore lusso specializzata in pelletteria, viene fondata negli anni ’60 a Vicenza. La maison mantiene nel tempo un’aura d eleganza, esclusività e lusso allargando le sue produzioni all’abbigliamento ma rimanendo iconica per l'”intrecciato”, la caratteristica tessitura della pelle. Discrezione, minimalismo e loghi solo interni sono i fattori che definiscono l’identità del brand. Ad oggi è acquisita dal gruppo Kering.
Che cosa è successo? Cosa succederà? Un comunicato ufficiale ha annunciato che “di comune accordo” brand e DC hanno deciso di interrompere la collaborazione e una serie di post e dichiarazioni si sono susseguiti nelle ore successive con ringraziamenti reciproci. Ovviamente tutto pacifico e tutto discreto che quasi quasi crediamo più a Alex Belli al gf che a loro. In pratica adesso c’è un Daniel Lee che chissà cosa farà e una Bottega Veneta senza stilista che annuncerà presto il sostituto o la sostituta.
New Bottega: la nuova faccia del brand
Tutta l’attenzione che questa notizia si è guadagnata a mio parere dipende soprattutto dal fatto che Daniel Lee ha cambiato profondamente i connotati di Bottega Veneta e la sua nuova visione aveva sconvolto e travolto ma è stata talmente outstanding che non poteva certo passare inosservata. Il che è un paradosso perché le prime cosa che ha fatto sono state:
- chiudere il profilo social dell’azienda;
- centellinare la comunicazione (comunicati, eventi, news);
- chiudere gli eventi a pochissimi eletti.

Quindi perché ha fatto tutto tanto scalpore? Risposta scontata: tutto ciò che va contro il canone fa notizia soprattutto nella moda in cui bisogna vendere e tanto e fare cose sempre più belle che facciano parlare tanto, tantissimo dell’azienda. Le critiche sono arrivate a valanghe e anche l’ultima sfilata non è stata trattata con i guanti. Il pubblico non ha apprezzato l’eccessiva esclusività dell’evento e la scarsa comunicazione intorno ad esso. La collezione non ha convinto poi così tanto anche se su questo ci sono opinioni ovviamente discordanti e meno male che non abbiamo tutte/i gli stessi gusti. Dalla direzione creativa di Lee è nata New Bottega, la nuova faccia di un’azienda storica che non è solo un nome, un rimando alla novità o un gioco di parole che punta alla semplicità del linguaggio (tra l’altro rapper e americani in generale chiamano il brand proprio “Bottega” perciò mi sembra anche un ovvio avvicinamento ad un target di clientela molto più giovane di quello a cui l’azienda era abituata). Si è trattato di un restyling completo che ha colpito immediatamente il core business del marchio: la pelletteria. L’Incrociato a assunto nuove dimensioni diventando più contemporaneo allargando le fasce di pelle, acquisendo nuovi colori e declinandosi anche sulle calzature nella stessa forma. Sono nati nuovi modelli di scarpe e borse in linea con i trend più freschi e giovani e sono stati comunicati in modo deciso e costante sui social. Ma come, ci hai detto che New Bottega aveva rinunciato ai social! Si, vero, ma le campagne social con influencer e celebrities non si sono interrotte anzi, hanno reso ogni singolo prodotto un must-have dall’incredibile fascino. Il boom di questi articoli ha dimostrato al mondo che la strategia, che può anche essere definita discutibile, stava funzionando. Ci tengo anche a precisare che @newbottega è un account fan. Su Pambianco news si legge:
“Nell’ultimo trimestre, il brand ha registrato vendite per 363,4 milioni di euro segnando +9,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel full year 2020 Bottega Veneta ha toccato quota 1,21 miliardi (+3,7%), tra le poche luxury label in crescita nonostante la frenata imposta dall’emergenza sanitaria.
Sin dal suo esordio, le creazioni di Lee hanno riscosso un notevole successo commerciale. I modelli ‘Pouch’ e ‘Cassette’ sono diventate it-bag immediatamente riconoscibili, declinate in numerose taglie e colori. Anche le calzature hanno saputo fare breccia nel cuore di una fascia anagraficamente più giovane di clienti.”







Nella strategia di New Bottega rientra anche la scelta di non rispettare il calendario delle sfilate (hanno fatto la stessa scelta anche altri brand tra cui Gucci e Armani). Tutte queste decisioni e pratiche hanno portato sicuramente il brand ad escludersi in un certo senso dalla piazza comune, a ribadire il suo concetto di lusso e discrezione e ad uscire da alcuni giochi. Ma mentre era “fuori” ha anche venduto di più, creato continuamente prodotti must-have e giocato a nascondino rimanendo uno dei nomi più pronunciati. Io non amo in generale i capi Bottega Veneta, preferisco le loro proposte di accessori, calzature e pelletteria perché si vede che è quello che sanno fare meglio. Per questo non parlerò delle collezioni, non mi frega proprio e secondo me non fanno grande differenza, soprattutto l’ultima sfilata.

Adesso che si fa?
Noi niente, si guarda e si giudica come sempre!! XD
Loro potranno fare tante cose e ce le diranno molto presto. Daniel Lee potrebbe voler fondare un suo marchio, qualcuno lo colloca già accanto a Phoebe Philo un po’ preso dalla nostalgia per il precedente ruolo. Non so che opinione farmi. Quello che non ha funzionato da Bottega è stato sicuramente il fatto di aver reso gli eventi troppo esclusivisti e di non aver accennato a nessun tipo di sensibilità verso le attuali cause sociali tra cui l’inclusività fisica. Ma questo è qualcosa che ho riscontrato in ancora troppi brand e per me dovrebbero tutti mettere in dubbio il proprio lavoro a meno che non ci siano motivazioni valide e convincenti.
Per il resto a me è piaciuto un po’ tutto, diverso è bello ed è divertente e se facciamo tutti sempre le stesse cose; in quanto schiavi di ciò che vediamo fare agli altri, non avremo mai il nostro spazio ma solo la scia di chi è passato prima di noi. L’addio ai social non mi ha convinto all’inizio perché non sopporto le lotte a questi strumenti di lavoro. La sfida però l’ho colta e penso di aver capito l’interpretazione. Tra l’altro questa notizia arriva qualche ora prima della consegna dei premi del Fashion Designers of America Awards in cui lo stilita è nominato per due categorie. Nel 2019 si è aggiudicato ben 4 premi: Accessories designer of the year, British womenswear designer of the year, Brand of the year e Designer of the year. Quindi alla fine gli è andata bene prima e secondo me non gli andando nemmeno tanto male adesso. E’ bravo a quanto pare.
Lo scenario futuro per Bottega Veneta non è moto prevedibile. Annunceranno un nuovo collaboratore o collaboratrice e staremo a vedere cosa succede. Io sono perlopiù curiosa di sapere se smantelleranno tutto questo o se continueranno su questa linea. Adoro quando gli scenari cambiano e nonostante io tenda ad affezionarmi alla visione di alcuni DC mi piace poi vedere cosa succederà.
Forse la news risulterà ridondante visto l’interesse diffuso ma ci tenevo a darvi qualche info in più visto che anche sui social tutti stanno condividendo la notizia e ne stanno parlando. Fatemi sapere cosa ne pensate e se avete qualche previsione per il futuro