PFW.ss22

Lo so, vi ho fatto attendere parecchio per questo articolo o per avere qualche news sulla Paris Fashion Week. A mia discolpa posso dire di aver lavorato come una pazza a praticamente 5/6 cose diverse tra cui questo blogghetto che spero crescerà sempre di più. Fatta la mia giustificazione alquanto precaria (ahahahha) vorrei passare direttamente al sodo per non tirare tutto per le lunghe. Le cose da dire sono tante perché possiamo partire da un’affermazione a mio parere indiscutibile: la settimana della moda parigina è stata la più interessante e la più sorprendente della stagione. Si, hanno dalla loro molti brand storici fantastici che sicuramente alzano l’asticella ma non è solo questo. A Parigi c’è tata tanta sperimentazione per la Primavera Estate 2022 e i risultati sono stati davvero vari. Vale la pena approfondire e dare uno sguardo più attento ad alcune di queste collezioni ma per questo articolo non procederò come per gli altri. Vi farò una panoramica unica che magari vi aiuterà a capire più facilmente punti in comune e differenze di concept tra i vari marchi.

Per iniziare vi dico che qualcuno ha sviluppato tutta la collezione ss22 partendo da uno scenario post-moderno facendo ovviamente riferimento ad una ripresa dopo la pandemia che a mio parere non esiste ancora, visto che non abbiamo risolto davvero nessun problema. Ma almeno le arti sembrano voltare pagina e noi le seguiremo affascinati come sempre dalle loro mille facce. Qualcun altro invece vede il futuro nel passato e ricorre ai bei tempi andati per superare il trauma continuo di non aver vissuto (tutto) il nostro tempo. Chanel ha visto nelle top model e nelle sfilate anni ’80 la fuga perfetta da un futuro avvertitamente miserabile. Lo ha fatto portando in passerella modelle disinvolte in abiti dal design prevedibile con variazioni in stile anni ’90, riempiendo il perimetro della passerella di fotografi che creano movimento e confusione e stringendo la passerella. In questo caso il messaggio è forte e la maison rinuncia alle favolose e gigantesche location di Karl per fare un passo indietro, ha lasciato il futuro ignoto a favore di un passato (sicuramente) migliore e pieno di glam. Siamo d’accordo? Si, no, dipende. Possiamo farci un opinione ma non sentenziare perché l’arte di fare abiti non ci colloca necessariamente nel tempo e nello spazio. Soprattutto: le tendenze sulle passerelle di Parigi sono state abbastanza visibili quindi tutti hanno optato per gli stessi trend, quasi nessuno ha davvero sviluppato una nuova estetica, l’hanno solo giustificata bene.

Possiamo includere nel club dei nostalgici anche Louis Vuitton ha guardato indietro, ma taaaanto indietro. Ho immaginato una corte di Luigi XVI più cazzuta con cortigiani-guerrieri che portano abiti eleganti ma per sopravvivere in un mondo angusto. La corte non li può più proteggere così come il fasto, il lusso e il web non ci hanno protetto da questo nostro presente insensato. Non c’è progresso ma l’estetica è pazzesca e ho apprezzato le forme e le sovrapposizioni ma soprattutto gli accessori gioiello.

Anche la maison Dior si tinge di nostalgia cambiando completamente la sua estetica a favore di un minimalismo anni ’60 che mi porta ad immaginare una Twiggy nel 2021. Povera lei. Aldilà dell’epoca scelta Dior ha davvero cambiato tutto. La collezione può piacere o no, dipende dal vostro gusto sugli anni ’60. Però nel complesso è una rivoluzione. C’è l’aggiunta di pezzi sporty che ho molto apprezzato e che rinfrescano l’estetica. Vi dirò di più: moltissime collezioni ss22 di Parigi hanno fatto voto all’utility e ai tessuti tecnici. Facile immaginare perchè.

Quello di Acne Studios è un futuro da cowboy della sopravvivenza che cammino su scarpe platform altissime sostituendo i texani con una scarpa elevata che non li mette a contatto con il terreno e che sviluppa una silhouette longilinea che sfida le altezze. Lo stile prateria si riflette nei bustini, negli abiti leggeri e trasparenti e nelle cuffie abbinate. Belle le soluzioni in maglieria alcune aderenti altre rilassate.

Anche Saint Laurent non ci regala nessuno scenario futuristico. Decide d rimanere fermo sulla sua estetica e di rivederla a fronte di forme più forti e decise. La sensualità è una caratteristica percettibile dal primo dettaglio ed è in questo caso interpretata come strumento di potere. Posso dire che Saint Laurent NON DEVE CAMBIARE NULLA perché è semplicemente tutto fantastico così com’è???????!!!! Si posso dirlo perché qua almeno faccio come mi pare. Quindi si, eccovi la gallery della mia collezione preferita in cui i guanti di pelle e giacche con le spalline sono l’uniforme che vogliamo da sempre ma che sa cambiare. I capi più sexy sono le jumpsuit che strizzano l’occhio all’abbigliamento sportivo e ai tessuti da performance come a lycra dei saggi di danza. Tenere conto delle esigenze significa mettere la pochette nei pantaloni e lasciare le mani libere. senza sembrare

Ad esasperare ancor di più la sensualità è Balmain che nel suo domani abbastanza vicino vede un donna che si mette i gioielli addosso letteralmente, nel senso che la catena diventa un top e addio sobrietà da pandemia. E sono d’accordo. Il risultato finale è too much come il solito Olivier ma l’idea mi piace, anche se mi fa tanto Schiaparelli che vogliono copiare tutti, persino Loewe. La vita è bassa, alcuni capi molto rilassati e non so bene se leggerci i primi 2000, ma la destrutturazione è tipica delle collezioni contemporanee e anche i volumi extra di alcuni capispalla. Interessante la versione destroyed della giacca stile Chanel.

La Primavera Estate 2022 ci vuole sportive/i e io fossi in voi obbedirei perché l’allure sportiva è sempre affascinante. Ce la propone Courreges che ne fa una versione sensuale ed essenziale in cui la pelle si accosta alla maglieria e ai tessuti tecnici. I cappelli confermano l’orientamento della collezione e tocca agli elementi metallici dare il tocco galm.

Anche Isabel Marant inserisce tessuti tecnici e capi rilassati e sportivi come impermeabili, bomber e shorts. Tutto mi ricorda un pò Il Principe di Bel Air e i colori sono very carini: Niente di sconvolgente ma rientra nei trend che volevo elencarvi quindi eccola qua:

Vi inserisco quì velocemente qualche immagine di Chloè perchè la collezione ss22 del marchio ha dato ancora più spazio all’artigianalità e ai tessuti sostenibili. Parliamo di una collezione con meno cotone a favore del lino e con molti più pezzi realizzati a mano da artigiani locali.

Passiamo agli scenari futuristici e a quelle piccole rivoluzioni che i brand hanno voluto portare in passerella a Parigi per raccontare la loro versione di futuro. Rochas vuole divinità combattenti che sfidano il futuro ma lo fanno preparate ed armate con abiti

Loewe racconta una storia macabra ma realistica da cui usciamo non del tutto illesi, almeno psicologicamente. Le modelle escono come da una botola in una stanza dalle geometrie perfette. Riemergono da una cantina scura e l’incipit non è surreale. Riemergono da un’isolamento con abiti puliti ma destrutturati. Ogni cosa perde il suo valore e ne acquista un altro com il trench che diventa abito. Gli abiti più eterei ed eleganti acquisiscono nuove forme e dettagli. Insomma qualsiasi cosa sia successa ne usciamo con le pezze e non metaforicamente XD Questa sono pezze glamour ma in ogni caso il messaggio arriva diretto. Il futuro è insidioso e avremo bisogno di armature che sono dei mega gioielli con cui mi curerei anche la lordosi se me lo chiedessero. e saremo più spigolosi, quasi a tenere a distanza anche noi stessi. Lo sportswear compare anche quì in versioni complesse o rilassate ma davvero interessanti.

Miu Miu ha lo stesso difetto di Prada: Miuccia fa abiti che non vedresti su nessun’altro corpo se non quello delle modelle. Ma il pensiero alla base di questa collezione è davvero audace. immaginate i vostri abiti da lavoro/ufficio che non vi sono serviti per un anno o che magari non state utilizzando nemmeno adesso. Pensate ad un mondo che cambia e che non ci lascia altra scelta che seguirlo, rimanere com’eravamo ieri ci renderà ancora più soli. Quindi Miuccia niente, parte de capoccia e taglia tutti i capi eleganti e sartoriali e li fa diventare adatti ad una vita diversa in cui il pantalone diventa shorts o minigonna. E c’è pure la mutanda in vista ma in stile sciura come Miu Miu vuole da sempre. L’avevamo già vista a Milano versione tamarra, forse questa ci piace molto di più.

Anche Givenchy pensa al futuro ed è un mix tra vecchio e nuovo. Prima cosa sono tutti incazzati e marciano come militari sulla musica di Young Thug. Seconda cosa c’è tanto nero, spezzato soltanto dall’ultima parte della collezione realizzata da Matthew W.Williams insieme a Josh Smith che ha decorato i capi con le sue illustrazioni astratte. Indovinate che torna? Una specie di linea corolla con il peplum ma in tessuti casual. I dettagli sono molto enfatizzati, i tessuti corposi, tutto curato nei dettagli anche più piccoli e impercettibili per creare dei capi in cui la lavorazione sovrasta quasi lo stile. Tutto deve essere visibile da qualsiasi seduta e anche in video dato che ora viviamo di dettagli.

L’unico brand su cui mi dilungherò è Balenciaga. Anche non volendo elogiare Demna Gvasalia (cosa impossibile) la comunicazione e la strategia sono state talmente forti che vale la pena parlarne. In primo luogo succede questo: gli abiti della collezione ss22 sfilano ma sul red carpet con tanto di fotografi. In pratica l’arte dello sdoppiamento, del giocare con contesti e luoghi, del non capirci una mazza è tutta quì, in questo evento semplice e assurdo. Questo avviene senza oscurare gli abiti che sono pazzeschi: da quelli voluminosi a quelli ricoperti di paillettes. Il blazer nero oversize è pura perfezione. Una lussuosa gonna di paillettes è abbinata ad un cropped hoodie. A mostrare la collezione ci sono anche i guest che diventano parte attiva dell’evento. A trasformare tutto in un set di Black Mirror c’è il dettaglio che il red carpet sia una specie di teca con vetri trasparenti logati da cui si vede tutto e capirete che la musica di sottofondo erano le urla dei fan. E’ successa oi un’altra cosa che sovverte la realtà e che soprattutto mescola il virtuale con il fisico. I Simpson sono stati protagonisti della sfilata di Balenciaga con un corto di 10 minuti in cui si sviluppa anche una vera e propria storia commovente in cui Gvasalia diventa un portatore di felicità non solo per Marge. Non voglio raccontarvi tutto, preferisco che lo vediate quindi vi lascio il link Yt https://www.youtube.com/watch?v=PZHESOq-Gkw

Vi saluto e salutiamo anche la fashion season solo per qualche mese.

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